Salvaguardare l’artigianato con l’ausilio di nuove tecnologie che riproducono il senso del tatto.

Una riflessione sull’impatto della tecnologia aptica sui contesti dell’artigianato artistico e tradizionale

Author: Arianna Fantesini

Foto di Anne Nygård su Unsplash

Il ruolo dell’artigianato artistico e tradizionale è riconosciuto universalmente come parte del processo di crescita umana. Il desiderio del saper fare può essere considerato come un impulso umano che ha accompagnato generazioni e che ancora oggi si riflette in ogni settore ed è parte di un atteggiamento culturale che valorizza l’impegno e la dedizione [1]. Proprio il mutamento dei valori sociali ha il potenziale di ostacolare tale inclinazione con il rischio non solo di perdere la qualità dell’operato in diversi settori, ma anche l’originalità delle opere di ingegno e delle soluzioni innovative. In questo senso, fenomeni quali globalizzazione e avanzamento tecnologico sono in grado di influenzare la percezione delle virtù nei contesti sociali e lavorativi. Nonostante ciò, non si deve considerare il sapere artigiano come conoscenza immutabile legata a piccoli contesti familiari, ma anzi deve essere considerata come un’eredità frutto della capacità di rinnovare l’attività lavorativa sulla base dei contesti economici e sociali di riferimento con le potenzialità di caratterizzare anche le realtà industriali [2]. La creatività sembra dunque essere la chiave di lettura di un nuovo modello di competitività che caratterizza il lavoro artigiano a livello internazionale.

L’abilità manuale e i modelli di lavoro sono difficilmente replicabili di fatto dalla tecnologia; ma ciò che minaccia oggi i contesti dell’artigianato artistico e tradizionale – in particolare in Europa – è l’opportunità di creare una nuova generazione di artigiani, difficilmente attratti da contesti in cui l’avanzamento tecnologico si mostra più come una minaccia che come un’opportunità. Soprattutto se lo strumento tecnologico non presenta garanzie sulla tutela dell’originalità e la tendenza del lavoro artigiano è sempre più quella di evitare la collettivizzazione delle innovazioni – per scelta o necessità – e difendere le tecniche di lavorazione dal rischio di imitazioni, oggi molto elevato soprattutto per il Made in Italy [3]. Inoltre, il supporto tecnologico di software che imitano alcune lavorazioni artigianali – come, ad esempio, quella relativa alla scultura – non è in grado di integrare l’espressività dell’artigiano e le caratteristiche uniche che caratterizzano l’artefatto. L’avanzamento tecnologico e gli strumenti moderni a supporto delle attività lavorative si sono concentrate sia per motivazioni culturali che di difficoltà pratica sulla riproduzione visiva e uditiva tralasciando quella tattile. In effetti, l’esperienza sensoriale del tatto presenta caratteristiche complesse da riprodurre, così come quelle olfattive e legate al gusto. Solo recentemente l’avanzamento scientifico ha dedicato spazio alla riproduzione di questi sensi e, soprattutto quello relativo al tatto, rappresenta allo stesso tempo una potenzialità e una minaccia per il settore dell’artigianato artistico e tradizionale.

Foto di Yana Hurskaya

L’affinamento della riproduzione del senso del tatto consente infatti di aggiungere proprio quell’espressività personale e consentirebbe l’importazione fedele della tecnica lavorativa in ambiente digitale. Si pensi al bacino di utenza di potenziali apprendisti che l’uso di tecnologie innovative potrebbero includere: ad esempio, soggetti affetti da disabilità visiva o fisica, ovvero fisicamente distanti dal laboratorio artigiano. In questo senso, la pandemia vissuta ha rivoluzionato il mercato del lavoro, evidenziando come l’opportunità di costruire ambienti di lavoro digitali abbia il potenziale di supportare o convertire modelli di business in molteplici settori. La possibilità di costruire laboratori artigianali in ambiente virtuale o misto con l’ausilio di tecnologie aptiche può stimolare i “nuovi artigiani” a scoprire nuove tecniche di lavorazione e di interazione attraverso il confronto con altri artigiani e attraverso l’inclusione di nuovi soggetti in contesti difficilmente accessibili nella realtà. La combinazione delle sensazioni aptiche con quelle visuali, uditive, olfattive e gustative contestualizzate in scenari artigiani può aiutare a costruire nuovi ambienti di lavoro naturali, ma può anche costituire quella che si potrebbe definire una “memoria della tecnica artigianale”. Ossia un catalogo dell’espressività personale, dell’emotività della creazione originale per la trasmissione e la conservazione di una eredità culturale dell’artigianato artistico e tradizionale a rischio di estinzione.

L’importanza dell’introduzione della sensazione tattile è evidenziata anche da progetti che si sono posti l’obiettivo di rappresentare in ambiente virtuale le tecniche di lavorazione dell’artigianato artistico e tradizionale, come il progetto finanziato da Horizon 2020 “Mingei[4]. Tra gli articoli pubblicati dai ricercatori emerge che l’assenza di sensazioni tattili – non previste da progetto – limita la trasmissione di una rappresentazione artistica fedele. Tuttavia, è importante notare che lo sviluppo di tecnologie così sensibili in futuro sono potenzialmente in grado di consentire più facilmente l’accesso ad informazioni relative al segreto industriale e in grado di minacciare ancora più l’attuale tutela delle lavorazioni artigianali, già difficili da ottenere [5]. La tutela della proprietà intellettuale delle tecniche di lavorazione artigianali, già oggi materia complessa, deve fornire sufficienti garanzie future per consentire uno sviluppo tecnologico etico e fornire un ambiente creativo digitale sicuro.

[1] R. Sennett, L’uomo artigiano, Feltrinelli, 2012

[2] S. Micelli, Futuro Artigiano. L’innovazione nelle mani degli italiani, Marsilio editori, 2011

[3] Nel 2019 l’indagine condotta da Coldiretti solo per il mercato alimentare stima 100 miliardi di euro il valore del falso Made in Italy, con un aumento del 70% del valore negli ultimi 10 anni grazie al fenomeno del cd. “italian sounding”. Cfr.: https://www.coldiretti.it/economia/falso-made-italy-sale-100-mld-70-10-anni

[4] Si tratta del progetto europeo MINGEI finanziato nell’ambito del programma Horizon 2020 con il gran agreement No 822336. Cfr. https://www.mingei-project.eu/

[5] Cfr. https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/IP_22_2406

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